Durante una seduta di Neurofeedback il cliente viene fatto accomodare su una poltrona in modo che si rilassi e si senta a suo agio. Davanti a sé ha un computer. Il trainer posiziona sul suo capo alcuni elettrodi (strumenti di rilevazione dell’attività cerebrale) e, nel caso di una seduta di biofeedback, altri rilevatori di indicatori corporei (battito del cuore, muscoli, risposta galvanica della pelle) i quali trasmettono il segnale direttamente al computer. In questo modo la persona vede le proprie onde cerebrali, o gli altri indicatori corporei, visualizzarsi sullo schermo del computer. Nel caso di un adulto queste visualizzazioni sono sotto forma di barre colorate, ad un bambino appaiono invece sotto forma di videogioco o cartone animato.
Specificamente mediante il biofeedback viene analizzata la condizione bioelettrica di un muscolo o di un gruppo di muscoli, del battito cardiaco e della sua variabilità, la sudorazione delle mani, il ritmo respiratori, prelevandone i segnali per trasmetterli al soggetto. Il soggetto avendo l’informazione immediata tramite il segnale di uscita fornito dall’apparecchio elettronico è in grado di modificare il segnale di entrata fino a riportarlo ai valori richiesti. Il biofeedback permette quindi di apprendere e controllare i parametri corporali mediati dal sistema nervoso. Tale apprendimento comporta la possibilità di modifica del comportamento muscolare distonico o con funzionalità alterata da stimoli algici, a controllare il ritmo cardiaco, la sudorazione e il ritmo respiratorio.
Il training quindi si basa sulla percezione attiva della persona che impara progressivamente a modulare la propria attività cerebrale sotto la guida del computer. Lo psicologo condivide passo a passo il percorso sostenendo la motivazione, verificando i progressi e modulando il training a seconda dei risultati raggiunti.
La tecnica del NeuroBioFeedback (NBF) può essere utilizzata con tutte le persone, sia adulti che bambini, sia in situazione problematiche per risolvere problemi, sia per potenziare il proprio stato psico-fisico e le proprie capacità.
Le applicazioni del NBF sono molto vaste e vanno dall’aumento delle prestazioni in generale; creatività, gestione dello stress in ambito manageriale, focalizzazione dell’attenzione e potenziamento della concentrazione per atleti agonistici e tutte le categorie di sport individuale e di squadra. In ambito clinico di disagio psicologico il training è adatto nei casi di: ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi alimentari, stress, fobie e paure incontrollate, insonnia e disturbi del sonno, mal di testa e cefalea, stati tensivi muscolari. In particolare per bambini e adolescenti: ADHD Deficit d’attenzione, difficoltà e disturbi dell’apprendimento (DSA), difficoltà comportamentali, iperattività, paura degli esami.
Lo scopo del training di neurobiofeedback è quello di agire sui comportamenti corporei della persona, che durante il training apprende a controllarli e modificarli.